sabato 3 ottobre 2020

Ludovica e il matrimonio

La Principessa Ludovica di Baviera ed il fidanzato Maximilian Joseph Duca in Baviera

Il matrimonio di Ludovica e Max fu uno di quei classici matrimoni dall’esito poco felice. Ludovica avrebbe scelto per amore un principe di Braganza Michele che si era proposto più volte anche lui innamorato della bella fanciulla, il quale però non era ben accetto giacché esistevano poche probabilità che potesse sedere un giorno sul trono del Portogallo.
Quando, contrariamente alle aspettative, l’evento si realizzò, era ormai troppo tardi: le nozze erano ormai imminenti.
Probabilmente il desiderio di Ludovica di sposare Michele del Portogallo era sin dall’inizio senza speranza, poiché suo padre Maximilian I Re di Baviera ed il nonno di Max, il Duca Guglielmo in Baviera, avevano da tempo deciso il matrimonio dei due giovani.
Per Max le cose non erano molto diverse. Essendo all’epoca innamorato di una giovane borghese, non aveva nessuna voglia di sposare Ludovica. Si dice che il giovane Max confidasse alla futura moglie che non l’amava e che forse non l’avrebbe mai amata. Le premesse per la buona riuscita dell’unione non erano certo promettenti. Ludovica si sentì inoltre retrocessa di rango sociale.
I Duchi in Baviera discendevano dal Conte Palatino Giovanni Carlo di Birkenfeld Gelnhausen, il cui figlio Giovanni nato da un matrimonio non di pari livello, aveva dovuto combattere per anni per la successione.
Tra i due giovani non vi erano solo differenze di rango. Erano molto diversi anche umanamente.
Max, come quasi tutti gli uomini spensierati, aveva interessi in molti campi: letterario, storico, geografico e musicale. La sua biblioteca contava 27.000 volumi. Con lo pseudonimo di Phantasus pubblicava poesie e novelle, ma anche riflessioni storiche, nonché resoconti dei suoi numerosi viaggi che lo portarono fino in oriente. Dall’Egitto portò con sé 4 bambini neri che aveva comprato al mercato degli schiavi, suscitando grande curiosità nella popolazione di Monaco.
Il ricco patrimonio avuto in eredità dalla madre, una principessa Arenberg, che possedeva tra l’altro proprietà in Francia, permise al duca uno stile di vita grandioso e senza alcun dovere di corte.
Si circondava di eruditi borghesi e di artisti bavaresi, con i quali beveva, suonava e discuteva, il famoso circolo di Artù. Suonava bene la cetra, spesso in incognito alle feste paesane dove spesso si faceva accompagnare dai figli maggiori. In Ludwigstrasse, nel cortile del palazzo ducale progettato da Leo von Klenze in stile Alto Rinascimento, Max aveva fatto allestire un circo dove gli ospiti potevano ammirare gli audaci numeri dei vari artisti e del duca stesso, che si esibiva come acrobata cavallerizzo. Senza parlare poi del cafè chantant che aveva fatto allestire sempre all’interno del suo palazzo di Monaco.
Ogniqualvolta Max rientrava da uno dei suoi numerosi viaggi non dimenticava di assolvere i doveri coniugali. Ludovica era per altro una moglie veramente graziosa, e dieci figli, di cui otto sopravvissuti, sono la prova tangibile del perfetto accordo fra i due coniugi almeno su questo.
Ma con grande rabbia della moglie, Max amava spassarsela con una contadinella con la quale ebbe anche un figlio che il duca si premurò di mantenere.
Ovvio che la duchessa non fosse felice delle avventure amorose del marito ed esprimesse in modo adeguato il proprio disappunto, atteggiamento che spesso induceva il duca ad abbandonare il focolare domestico il più velocemente possibile.
La sfera d’azione della duchessa Ludovica, che era un tipo semplice e casalingo era limitata alla casa ed alla gestione dei figli, mentre i contatti sociali si svolgevano nell’ambito della parentela. Ci volle tuttavia del tempo perché imparasse a farlo, ma non riuscì mai a superare completamente le umiliazioni che il marito continuò a infliggerle per tutta la vita. Nei primi anni di matrimonio aveva passato le sue giornate a piangere.
I figli crebbero in una condizione di notevole libertà, soprattutto in estate nel castello di Possenhofen. Il palazzetto era una villa di campagna con un grande giardino che arrivava fino al lago e molti animali, compresi i cani della duchessa, liberi di scorazzare per la casa.
I ragazzi erano liberi di correre e giocare, andare in barca e a cavallo e quando il padre era a casa li portava nei boschi, a caccia arrampicandosi per i monti.

Ludovica

Max

Possenhofen


Nessun commento:

Posta un commento